Il centrodestra porta l’orgoglio italiano in piazza. In duecentomila a San Giovanni per dire NO al governo poltronaro. Salvini: “Torneremo dalla porta principale, senza trucco e senza inganno”

Il centrodestra porta l’orgoglio italiano in piazza. In duecentomila a San Giovanni per dire NO al governo poltronaro. Salvini: “Torneremo dalla porta principale, senza trucco e senza inganno”

"Questa non è una piazza di estremisti, è una piazza di italiani orgogliosi di essere italiani", tuona così Matteo Salvini dal palco di piazza San Giovanni. Una marea umana, composta, dignitosa, si è ritrovata nel luogo simbolo delle manifestazioni della sinistra, per esprimere l'orgoglio italiano. Una folla fiera, compatta e ordinata, che ha spiazzato chi invece sperava in qualche disordine e situazioni di tensione, per fare qualche titolone conformante al conclamato servilismo fucsia che oramai non si tenta neanche più di camuffare. Già dal giorno prima, qualcuno aveva iniziato ad accendere la miccia, creando allarme intorno alla presenza di Casapound alla manifestazione, facendo passare il messaggio che se l'estrema destra va in piazza da Salvini e lui non dice nulla, egli stesso è un estremista di destra. Chi sognava di fare carne di porco con qualche foto o video di cori con tanto di svastiche e saluto romano, è rimasto con un pugno di mosche in mano. Anche Gad Lerner ci prova, anzi ci riprova. Entra nella zona pass, alcuni manifestanti gli dicono di andarsene, gli va male, nessuna aggressione, niente di tanto drammatico da finire in copertina. Il temuto popolo di centrodestra, quello che dice NO al governo poltronaro, che rivendica il diritto al voto, il diritto di essere ascoltato dalla politica, eccolo qui, in tutta la sua manifesta aggressività: famiglie con bambini anche piccoli, arrivati da ogni parte d'Italia, professionisti, commercianti, artigiani, insegnanti, comitive di anziani e tanti giovani. Tutti in piazza ad applaudire, a godere di questa occasione di unione, a sventolare la bandiera italiana, perché le parole "orgoglio italiano" le sentono nel cuore, parole dense di valore, che vogliono dire: identità, radici, rispetto della storia e della cultura del nostro Paese. Diremo duecentomila, anche se, quando c'è la stessa quantità di gente al concerto del 1° maggio, dicono un milione. Duecentomila persone hanno accolto il leader indiscusso del centrodestra, che oggi può contare anche sulla benedizione di Berlusconi: Matteo Salvini. E' proprio il cavaliere ad intervenire prima di Giorgia Meloni e dal palco grida a gran voce il suo NO al governo delle manette e del giustizialismo: "Siamo qui per mandare a casa questo governo non eletto dagli italiani". Anche Giorgia Meloni non si risparmia, forte e consapevole della consistenza politica del suo partito che continua a crescere, fa sentire la sua determinazione nel rivendicare il diritto di proteggere i confini dell'Italia, la necessità di contrastare l'immigrazione illegale e sottolinea lo sdegno per uno Stato che non protegge la famiglia. Salvini invita il suo popolo a pazientare: "Abbiamo qualche mese da pazientare, vi invito ad aver pazienza, ad essere forti. Questo periodo ci serve per studiare, per incontrare, per ragionare. Possono scappare dal voto per qualche mese, ma non per tutta la vita. Si vota in Umbria, si voterà presto in Calabria, in Emilia Romagna, in Toscana, nelle Marche, in Puglia, in Campania, in Liguria, in Veneto. Italiani su la testa! Le vinciamo tutte e nove, li mandiamo a casa. E al governo ci torna chi ha dimostrato di saper governare".


Elisa Saltarelli

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