La Corte Costituzionale, ha sancito che l'aiuto al suicidio contemplato dall'art. 580 del codice penale che prevede pene tra i 5 e i 12 anni di carcere, può non essere punibile a "determinate condizioni". Si tratta di una sentenza storica che verrà depositata nelle prossime settimane e che, in attesa di un intervento del legislatore, consentirà la non punibilità di chi "agevola l'esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli".
Dure le reazioni dei politici dei diversi schieramenti. Il senatore Maurizio Gasparri (FI), ha così commentato la sentenza:
"La Corte Costituzionale ha fatto una cosa che non poteva e non doveva fare: ha prevaricato il Parlamento, impedendo appunto, chi è espressione della volontà, della sovranità degli italiani, a decidere sulla vita e la morte. La Corte Costituzionale apre la strada all' eutanasia. Scarica, con una sentenza che dovremo poi esaminare quando sarà completamente pubblicata, sul servizio sanitario nazionale e sulla magistratura, responsabilità gravissime. Un anziano, un disabile, da oggi può essere ucciso per colpa di chi ha preso questa decisione. Io ritengo che se ci saranno degli omicidi di Stato, coloro che hanno preso questa decisione, dovranno essere chiamati a risponderne personalmente. Bisogna garantire ai medici la possibilità di obiezione di coscienza e bisogna evitare che, da un lato ci sia l'accanimento terapeutico, ma che dall'altro lato, l'omicidio, l'eutanasia di Stato, decisa da pochi giudici della Corte Costituzionale, apra la strada alla strage delle persone più deboli".
Redazione