Il nostro esperto di oggi è Maurizio Palmaccio, dottore commercialista, revisore contabile, consigliere dell'ODCEC di Cassino, ha alle spalle 24 anni di esperienza in consulenza alle imprese e alle persone fisiche. Lo abbiamo incontrato nel suo studio di Formia (LT) ed ha risposto alle nostre domande:
Dott. Palmaccio, cosa prevede la proposta giunta dal Centro Studi di Confindustria?
"Incentivare l'uso della moneta elettronica, disincentivando l'uso del contante. Questa è la proposta contenuta in un lavoro del Centro Studi di Confindustria. La notizia ha fatto molto discutere perché da un lato prevede delle agevolazioni fiscali, ma dall'altro impone una nuova tassa. La proposta si articola in due fasi: da un lato la concessione di un credito di imposta del 2% a chi effettua i pagamenti mediante transazioni elettroniche (incentivo all'uso della moneta elettronica); dall'altro introduce una commissione del 2% sui prelievi, superiori a 1.500 euro mensili (disincentivo all'uso del contante). Applicando una commissione del 2% sui prelievi eccedenti tale soglia - stima il Centro studi di Confindustria - si avrebbe un gettito annuale di circa 3,4 miliardi. In pratica, chi preleva più di quella soglia dovrebbe pagare una tassa al bancomat del 2%. Una vera e propria imposta patrimoniale sui risparmi che potrebbe trasformarsi in una nuova stangata sui consumi".
Cosa ne pensa della proposta di tassare i prelievi superiori a 1.500 euro mensili?
"La storia del nostro Paese ci insegna che, ogni qualvolta un governo (di qualsiasi natura politica) non sa come reperire le risorse necessarie, usa come fonte di entrata il generico slogan della lotta all'evasione. Bene, questa volta, con la proposta giunta da Confindustria si vorrebbe far passare come lotta all'evasione l'introduzione di una vera e propria imposta patrimoniale sui risparmi dei cittadini, per reperire parte delle risorse necessarie per sterilizzare la clausola di salvaguardia IVA . Ebbene, credo che la misura non solo si rivelerebbe una truffa bella e buona ai danni dei contribuenti che si vedrebbero tassare i propri risparmi depositati in banca, già assoggettai a monte a tassazione fiscale, ma ritengo altresì fondato il rischio che un provvedimento di questo tipo possa contribuire ad una ulteriore contrazione dei consumi in un periodo di già forte stagnazione. Rimango altresì incredulo nel constatare che sia proprio un'associazione di categoria imprenditoriale, qual è appunto Confindustria, a proporre l'introduzione di una nuova tassa, per giunta una patrimoniale, iniqua ed ingiusta. Compito delle parti sociali sarebbe di porre un freno allo strapotere dei governi, non già a foraggiarlo".
Redazione