Vertice G7 in Canada, il punto stampa conclusivo del Presidente Meloni

Vertice G7 in Canada, il punto stampa conclusivo del Presidente Meloni

Le dichiarazioni del presidente Meloni ai giornalisti al termini dei lavori del G7 Canada:

"Buon pomeriggio a tutti.

Terminano ora i lavori di un G7 particolarmente importante, particolarmente complesso, per il quale penso che innanzitutto si debbano fare i complimenti alla Presidenza canadese, al Primo Ministro Carney, per una leadership molto bene esercitata in un momento sicuramente particolarmente complesso.

Molti sono stati i temi che abbiamo affrontato in questi due giorni, a partire ovviamente dalla situazione in Medio Oriente. C'è convergenza di vedute nel G7, come avete visto anche dalla dichiarazione congiunta che è uscita ieri da parte dei leader del G7 sulla situazione mediorientale, siamo tutti impegnati per la pace e la stabilità nel Medio Oriente. Siamo consapevoli del fatto che la principale fonte di instabilità nella regione è stato proprio l'Iran. Siamo tutti d'accordo sul fatto che non possa esserci un Iran che si dota dell'arma nucleare. Chiaramente, di fronte a una minaccia che è reale - voi avete visto gli ultimi rapporti dell'AIEA - siamo d'accordo sul fatto che Israele abbia il diritto di difendersi, ma l'obiettivo al quale tutti lavoriamo è arrivare a negoziazioni che consentano davvero di impedire che l'Iran diventi una potenza nucleare.
Voi sapete che negoziazioni erano già state tentate dagli Stati Uniti - sapete che l'Italia lo sa bene perché abbiamo anche ospitato due round di queste negoziazioni -, non si era registrata questa volontà. Vedremo se con quello che sta accadendo lo scenario cambierà.

Dopodiché, allargando lo spettro regionale, io credo che questo sia il momento giusto, spingendo adeguatamente, per ottenere un cessate il fuoco a Gaza. È un obiettivo sul quale ho lavorato molto in questi giorni, è un obiettivo sul quale ho trovato convergenza. Il riferimento a un cessate il fuoco a Gaza è contenuto nella Dichiarazione dei Leader e sono soddisfatta di questo risultato.

Abbiamo parlato di Ucraina, ne abbiamo parlato ieri sera a cena, ne abbiamo parlato stamattina col Presidente Zelensky, al quale ho portato la solidarietà del popolo italiano per i brutali attacchi che abbiamo visto anche nella notte di ieri. Rifletto con voi sul fatto che, ogni volta che si cerca di fare qualche passo in avanti, la Russia provoca con attacchi di questo genere, con attacchi sulla popolazione civile. Dopodiché, anche qui c'è convergenza di vedute: siamo tutti quanti d'accordo nel sostenere gli sforzi degli Stati Uniti, del Presidente degli Stati Uniti, verso una pace giusta e duratura. Sappiamo anche che, rispetto al percorso necessario ad arrivare a un cessate il fuoco, per aprire negoziazioni serie in Ucraina noi abbiamo avuto un'ampia disponibilità fin qui da parte dell'Ucraina e zero disponibilità da parte della Russia. E quindi è evidente che il dibattito si concentra prevalentemente su quali siano le mosse per portare anche la Russia seriamente a un tavolo delle trattative. Chiaramente le cose da fare sono due: da una parte continuare a sostenere l'Ucraina - è stata una parte della nostra discussione - e dall'altra esercitare pressione sulla Russia, particolarmente con le sanzioni.

Dopodiché, ovviamente al netto di queste che sono due delle questioni centrali, il G7 come sapete era convocato per parlare anche di molte altre questioni che ci stanno a cuore: abbiamo parlato di commercio globale, abbiamo parlato di catene di approvvigionamento. Anche qui, non voglio tediarvi, ma è ovvio che quello che abbiamo sperimentato in questi anni, quando sono arrivate le crisi globali, sul prezzo che paghi quando non controlli le tue catene di approvvigionamento, quando sei troppo dipendente, quando non hai autonomia strategica, è un prezzo che ci ha insegnato qualcosa e quindi noi dobbiamo ripensare le nostre catene di approvvigionamento. Abbiamo bisogno di catene di approvvigionamento che siano solide, che siano controllabili. Abbiamo bisogno di friend-shoring, abbiamo bisogno di near-shoring.

Abbiamo parlato anche di materie prime critiche, è un'altra delle grandi questioni sulle quali le nostre nazioni sono troppo esposte. Voglio ringraziare il Primo Ministro canadese per aver proposto su questo un'alleanza del G7, un'alleanza proprio sui materiali primi critici, per la produzione di materie prime critiche. Credo che sia un ottimo risultato di questo G7.

Abbiamo parlato di commercio mondiale, di troppi squilibri che continuano a esistere, della necessità anche di aprire il dibattito sulla riforma delle organizzazioni legate al commercio internazionale.

Abbiamo parlato di migrazioni, e questo ovviamente mi soddisfa particolarmente. Voi sapete che è stata l'Italia a portare per prima il tema della migrazione nel G7. È stato chiesto a noi chiaramente di guidare la sessione sul G7, a dimostrazione del fatto che lo scorso anno abbiamo fatto una scelta giusta, alla quale gli altri leader vogliono dare continuità, e a dimostrazione anche del fatto che tutti quanti riconoscono la leadership italiana, data anche dai risultati italiani in tema di contrasto all'immigrazione illegale, e oggi la ricetta italiana è una ricetta che viene presa a paradigma anche dalle altre grandi Nazioni con le quali ci confrontiamo.

Così come voglio dirvi che sono contenta dell'interesse che gli altri leader hanno manifestato, quando si parlava di economia, sulle performance che l'Italia sta registrando.

Come sapete, a margine di questi lavori ho avuto la possibilità di parlare praticamente con tutti i leader che erano presenti, in varie occasioni, e quindi sono molte altre, ovviamente, le materie anche di carattere bilaterale, che abbiamo avuto modo di sviluppare con i vari leader in questi due giorni.

Mi fermerai qui, così se avete delle domande sono a disposizione.

DOMANDE

Domanda: Presidente volevo chiederle che pensa della dichiarazione del Cancelliere Merz che valutava un intervento israeliano sull'Iran come una cosa che serve a tutti noi, come del lavoro sporco che serve a tutti noi, come se non andasse nella direzione di una de-escalation.

Presidente Meloni: No, tutti quanti andiamo nella direzione di una de-escalation. Credo che quello che il Cancelliere tedesco - anche se non ritengo di dover interpretare le parole degli altri - semplicemente volesse dire è simile a quello che le ho detto io adesso. Noi sappiamo che oggi c'è una minaccia e che bisogna lavorare per disinnescare quella minaccia. Dopodiché, ovviamente siamo tutti convinti che quella minaccia vada disinnescata con delle negoziazioni, ma le ho anche detto e vi ho anche detto che un tentativo è stato fatto e purtroppo non si è arrivati al risultato. E quindi è possibile che oggi lo scenario cambi? Io penso di sì. Penso che sia possibile oggi uno scenario diverso in cui si arriva a delle negoziazioni e si arriva all'obiettivo che tutti condividiamo che è la rinuncia da parte dell'Iran a essere una potenza nucleare. E sono d'accordo sul fatto che un Iran come potenza nucleare non sarebbe una minaccia solamente per Israele, sarebbe una minaccia anche per tutti noi.

Domanda: Buonasera Presidente, benvenuta e buon ritorno. Nella malcapitata ipotesi, ma sempre più vicina, che il Presidente americano decida di intervenire nel conflitto, l'Italia che cosa farà? Presterà le sue basi agli americani?

Presidente Meloni: Guardi questa non è una risposta che le posso dare adesso, risposta quando accadrà ovviamente convocheremo le persone che dobbiamo convocare e prenderemo le nostre decisioni. Non è una decisione che si prende così.

Domanda: E sulla immigrazione - lei ha parlato di immigrazione -, ha presieduto la sessione e Carney ha voluto proseguire quella che è un po' stata all'agenda del G7 italiano. Ecco, come procede l'agenda e l'esperimento trumpiano, anche se draconiano ha dato i suoi frutti, può essere di esempio a quella che è una prospettiva italiana?

Presidente Meloni: Il sistema americano anche sul piano della legislazione è un sistema molto diverso dal nostro. Io sono contenta della strategia che noi abbiamo messo in campo, che è una strategia basata, come lei sa, su molti livelli. C'è un tema che riguarda ovviamente il contrasto alle organizzazioni dei trafficanti, c'è un tema che riguarda chiaramente norme più stringenti contro la migrazione illegale, dopodiché c'è tutto un tema che riguarda la cooperazione con i Paesi di origine e di transito che forse è anche uno degli elementi che danno i risultati migliori, ci sono le soluzioni innovative sulle quali continuo a registrare grande interesse, anche diverse richieste di collaborazione su questi temi, e c'è la questione dei rimpatri che ovviamente stiamo discutendo a livello di Unione europea. Penso che dobbiamo stare nelle ricette che sono compatibili con le nostre legislazioni, con i nostri riferimenti, ma mi pare che i risultati stiano arrivando e mi pare che l'interesse che gli altri leader dimostrano verso un tema che l'Italia ha messo al centro, con una ricetta che l'Italia ha messo al centro, dimostri una leadership che oggi è chiara per tutti.

Domanda: Buonasera Presidente, da quello che dice, mi sembra che sia d'accordo con Macron quando sostiene che sarebbe un errore che porterebbe al caos l'opzione militare per il cambio di regime. Volevo capire se è così e poi se è d'accordo con il Presidente Trump che vorrebbe un ruolo di mediatore in Iran per Vladimir Putin. Grazie.

Presidente Meloni: Guardi, sul tema della possibilità che Putin medi, francamente dalle interlocuzioni di questi giorni non mi pare che ci fosse questa grande disponibilità da parte di nessuno, se devo essere onesta. Dopodiché, per come la vedo io, francamente affidare a una nazione in guerra la mediazione su un'altra guerra non mi sembrerebbe l'opzione migliore da prendere in considerazione, ma non è - le devo dire - un'opzione sul campo, anche dalle parole che ho ascoltato personalmente in questi giorni. Dopodiché, visti i rapporti che Putin ha con gli Ayatollah, se vuole convincerli a dismettere il programma nucleare, a meno che non lo sostenga, noi siamo ovviamente disponibili da questo punto di vista. Per quello che riguarda le parole di Macron, guardi, io ho sempre pensato che lo scenario migliore fosse quello di un oppresso popolo iraniano che riesce a rovesciare il regime. Dopodiché ovviamente si deve fare il pane con la farina che si ha, cioè si deve operare nello scenario nel quale si opera, per cui l'obiettivo è quello di impedire che l'Iran sia una potenza nucleare. Ripeto, con la negoziazione fino a ieri non si è riusciti Cambia lo scenario? È possibile che oggi cambi lo scenario e noi dobbiamo guardare all'obiettivo, non a quella che è la nostra idea perfetta per ottenere quell'obiettivo. È evidente che finché la minaccia esiste, Israele ha anche il diritto a muovere per difendere la sua sicurezza.

Domanda: Buonasera Presidente. Secondo indiscrezioni il Presidente americano Trump avrebbe bloccato una dichiarazione sull'Ucraina. Era sul tavolo una dichiarazione, era prevista? Che cosa ci può dire, come è andata?

Presidente Meloni: No, non era prevista una dichiarazione sull'Ucraina. Durante la cena ieri, anche con il Presidente Trump, il Primo Ministro Carney ha condiviso con tutti i leader quali sarebbero stati i taking-notes, cioè i punti principali del suo report alla stampa sulla discussione che c'era stata sull'Ucraina, che più o meno ricalcano quello che io vi ho detto adesso, e siamo stati tutti d'accordo.

Domanda: Salve Presidente, le volevo chiedere, lei ha parlato - era scritto anche nel comunicato - di dazi con il Presidente Trump, però Trump poco dopo non ha offerto molte disponibilità visto che ha detto che sui dazi l'accordo, rispetto alle ipotesi presentate dagli europei, non va assolutamente bene, pagheranno quello che devono pagare. Ci può dire qualcosa?

Presidente Meloni: Guardi è una negoziazione in corso. Come lei sa, come immagino sappiate francamente, c'è stato anche un colloquio qui tra il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Significa che si continua a parlare, a cercare delle soluzioni. E se io dovessi vedere - e probabilmente anche voi avete visto - insomma, anche la costanza del dialogo, del rapporto che oggi c'è, la franchezza ma anche la costanza, la serenità del rapporto che oggi c'è, direi che lo scenario è parecchio cambiato. E direi anche che dobbiamo essere come Italia fieri del lavoro che abbiamo fatto per costruire un dialogo che fosse costante, franco, ma sicuramente sereno e aperto. Ovviamente sto facendo la mia parte, ma so che il negoziato sta andando avanti. Non voglio dirvi che sono ottimista, ma penso che bisogna continuare a lavorare e che alla fine una soluzione si troverà.

Domanda: Presidente, buonasera. Lei in questi giorni ha rilanciato più volte la proposta italiana per un cessato il fuoco a Gaza. Volevo sapere qualche dettaglio in più, in cosa consiste.

Presidente Meloni: Dunque, come io le ho detto, credo che il momento sia un momento nel quale si può arrivare a un cessato il fuoco a Gaza. Ho condiviso questo mio sentimento con tutti, con tutte le persone con le quali ho parlato in questi giorni e con tutte le persone che erano al Vertice, e ho trovato convergenza, tanto che questa comune posizione è nel documento finale del G7. Significa che siamo tutti convinti che bisogna spingere per questo risultato. Dopodiché siccome ho letto "il piano di pace italiano" - che cosa penso io che dovrebbe accadere dopo se ci fosse un cessate il fuoco? Voi sapete che io ho sempre sostenuto il piano di ricostruzione presentato dai Paesi arabi. Credo che il ruolo dei Paesi arabi, segnatamente dei Paesi del Golfo, in questa fase, nella regione sia un ruolo fondamentale e credo che noi dobbiamo il più possibile sostenere la responsabilità di questi Paesi nell'aiutarci a trovare una soluzione su Gaza. Quindi, nel caso ci fosse un cessato fuoco, io ripartirei da lì. Grazie a tutti e buona serata."

Redazione PrimaPagina



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