REDDITOMETRO - Il governo fa marcia indietro. Angelo Ruggiero: "Sistema di controllo palesemente invasivo"

REDDITOMETRO - Il governo fa marcia indietro. Angelo Ruggiero:

L'annuncio fatto ieri sull'introduzione del redditometro da parte del vice ministro dell' Economia, Maurizio Leo, ha suscitato non pochi malumori all'interno della maggioranza. La risonanza mediatica del provvedimento, che fa risorgere quel meccanismo oppressivo fatto di accertamenti presunti ed elementi indiziari, ha scatenato la netta contrapposizione di Lega e Forza Italia e dello stesso partito del premier. "Il Governo ha l'obiettivo di sconfiggere la grande evasione, ma attraverso l'introduzione di un Fisco amico che  dialoghi con i contribuenti", fa sapere la stessa Meloni poche ore dopo, di fatto facendo marcia indietro e mettendo una toppa alla gaffe del vice ministro. Abbiamo chiesto al professor Angelo Ruggiero che cosa è questo redditometro che tanto spaventa i contribuenti:

Professore Ruggiero, cosa è il nuovo redditometro di cui tanto si parla in queste ore?

Il redditometro è un sistema anti evasione per verificare i redditi dichiarati dai contribuenti, ma più che di nuovo redditometro dovremmo parlare di riattivazione di quello sospeso nel 2018 dal primo governo Conte. Riattivazione avvenuta con un provvedimento pubblicato in Gazzetta ufficiale un paio di giorni fa. In particolare, consiste nell'analisi da parte del Fisco di una serie di tipologie di spesa e in questa analisi c'è un pò di tutto, in particolare 56 tipologie di spesa, che vanno dall'acquisto dei medicinali alla spesa alimentare, dalle bollette al mutuo ed all'affitto, dal telefono alle spese per la macchina e per le vacanze, dall'acquisto di piante e fiori ai costi di mantenimento degli animali, dalle scuole ai vestiti, dagli alberghi ai ristoranti, fino alle spese tracciabili nelle pratiche dei bonus edilizi, naturalmente, tutte spese già immagazzinate nelle banche dati dell'anagrafe tributaria.

Professore, come funziona questo sistema anti evasione?

"La finalità è quella di quantificare il reddito presunto dei contribuenti 'persone fisiche' con accertamenti che partiranno dal 2018, i contribuenti hanno in ogni caso la possibilità di difendersi rispetto al reddito 'ricostruito' dal Fisco. Il meccanismo è semplice, il Fisco controlla i dati delle spese in suo possesso, in assenza dei dati potrà ricorrere alle spese medie per famiglia stimate dall'Istat, ricostruisce il reddito del contribuente persona fisica, se il reddito ricostruito si scosta del 20% rispetto al reddito dichiarato ovvero il reddito ricostruito è superiore al 20% al reddito dichiarato, scatta l'accertamento 'sintetico' dell'Agenzia delle Entrate.
A questo punto si attiva una procedura dove l'Agenzia delle Entrate chiede spiegazioni al contribuente per accertare che dietro questa discrepanza non ci sia evasione. Naturalmente, i contribuenti hanno la possibilità di difendersi, dimostrando che i soldi utilizzati per l'acquisto delle spese soggette a controllo da parte del Fisco, ad esempio sono risparmi accumulati nel corso degli
anni. Alla luce di questo elenco di spesa e del meccanismo di ricostruzione del reddito risulta difficile far capire ai contribuenti italiani che siamo di fronte ad un sistema palesemente invasivo e dai parametri più pesanti. L'intervento del premier Meloni era auspicabile, lo ha fatto sospendendo il provvedimento e spiegando che la lotta ai grandi evasori non significa vessare i contribuenti onesti".  


Elisa Saltarelli




Condividi questo articolo sui social: