Al termine di una giornata infuocata in Commissione Finanze al Senato, passa il testo proposto dal Governo al Decreto Legge Superbonus che consente di "spalmare" i crediti in 10 anni. Il provvedimento passa grazie all'appoggio di Italia Viva, Forza Italia non ha gradito la bocciatura dei suoi subemendamenti che chiedevano non ci fosse retroattività sui crediti del superbonus e alla fine si è astenuta. La maggioranza aveva rischiato di andare sotto, vista la contrarietà manifestata da Tajani, tanto da spingere Fratelli d'Italia a chiamare dalla commissione Giustizia il senatore di Fdi, Salvatore Sallemi per tentare di far salire i componenti della Commissione Finanze da 19 a 20 e tamponare l'atteso voto contrario al decreto da parte del senatore forzista Claudio Lotito, in linea con le indicazioni di Tajani apertamente schierato contro la retroattività. Mossa alla fine inutile perché, come abbiamo visto, in soccorso è arrivata Italia Viva, che si è staccata dal fronte delle opposizioni votando a favore. Il decreto Superbonus dispone la rateizzazione dei crediti in 10 anni anziché in 4, derivanti dal bonus per le spese effettuate nel 2024. La misura riguarda i cittadini e le imprese, mentre per le banche viene allungata la rateizzazione da 4 a 6 anni solo per i crediti scontati a meno del 75% dell'importo dei lavori effettuati. La vera stretta sulle banche riguarda lo stop dal 1 gennaio 2025 alla possibilità di compensare i crediti del superbonus con i contributi previdenziali e Inail. Soddisfatto il titolare del Mef Giancarlo Giorgetti: "Finita quella ubriacatura da questo tipo di droga economica bisogna uscire. La disintossicazione purtroppo è dolorosa però qualcuno la deve fare". Dopo il voto, il presidente della Commissione Finanze del Senato Massimo Garavaglia (Lega), ha sottolineato che "l'emendamento del governo sul dl Superbonus è passato nonostante Forza Italia, solo grazie al voto del presidente e di Italia viva". "L'astensione non è un voto contro" ha replicato Gasparri, "Ci siamo astenuti perché la parte riguardante la Sugar tax, l'imposta sulle bevande zuccherate introdotta per contrastare l'obesità e altre problematiche legate al consumo eccessivo di zuccheri, grazie a noi è stata rinviata di un anno, al primo luglio del 2025". Ecco dunque perché si è arrivati all'astensione di FI, grazie ad un accordo di maggioranza sullo slittamento di un anno dell'entrata in vigore della sugar tax, da sempre contestata dagli imprenditori del settore. Ridimensionati i toni anche da Tajani che ha sottolineato: "Non c'è la sugar tax, rimane il Superbonus con effetto retroattivo perché i nostri emendamenti sono stati bocciati in commissione, mi spiace e penso che sia un errore, ma domani in Aula saremo però leali nei confronti del Governo".
Redazione