Il Consiglio dei ministri ha approvato la norma che introduce i test psicoattitudinali per l'accesso alla professione dei magistrati. Si applicherà per i bandi pubblicati a partire dal 2026 e il colloquio si svolgerà durante la prova orale. Chi avrà superato la prova scritta, prima dell'orale riceverà dei test scritti individuati dal Csm, sul modello di quelli utilizzati per quelli effettuati dagli agenti di polizia. E saranno questi ultimi a costituire la base per il futuro colloquio psicoattitudinale. Dura la reazione delle toghe, che giudicano la norma "irrazionale". "Più che una sciagura, è una norma simbolo, lo scopo era creare una suggestione nell'opinione pubblica, questi magistrati hanno bisogno di un controllo psichico", "non si capisce se questi sono dei test psicoattitudinali allo svolgimento della professione, dopo il superamento di tre prove scritte o se sono dei test psichiatrici", ha tuonato il presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia intervistato su la 7.
Il ministro della Giustizia Nordio, contro quelle che definisce polemiche sterili:
"Sui test non c'è un'invasione di campo da parte del governo nei confronti della magistratura. Tutta la procedura di questo test è affidata al Consiglio superiore della magistratura, non vi sono interferenze da parte del governo salvo quelle burocratiche... L'esame psicoattitudinale è previsto per tutte le funzioni più importanti del Paese, per i medici, per i piloti di aereo, ma è soprattutto previsto per le forze dell'ordine... A chi polemizza proprio tra i miei ex colleghi su questa nostra scelta chiedo e vorrei una risposta logica e non polemica. Il Pubblico Ministero, che è un magistrato, è il capo della polizia giudiziaria, che viene sottoposta ai test psicoattitudinali, se noi sottoponiamo a questi test chi ubbidisce al comandante, è possibile non sottoporre al test psicoattitudinale chi ha la direzione della polizia giudiziaria? Ditemi se è razionale polemizzare!".
Redazione
