Dopo il vertice notturno conclusosi con un nulla di fatto, il premier Conte convoca una conferenza sulla TAV e fa un ulteriore tentativo di rassicurazione, sottolineando che sarà presa una decisione nell'interesse nazionale. Spiegando ai giornalisti la sua posizione di mediatore, appare debole il tentativo del presidente di guadagnare una neutralità politica rispetto ai due schieramenti di maggioranza. Dice e non dice, ma alcune frasi non lasciano dubbi. Se da una parte spiega che non è stata presa alcuna decisione, dall'altra si spinge oltre con un solido: "Io stesso, non muovendo da nessun pregiudizio ideologico o fattor emotivo, ho espresso forti dubbi e perplessità sulla convenienza della Tav e lo ribadisco. Non sono affatto convinto che questo sia un progetto infrastrutturale di cui l'Italia ha bisogno". Esclude una crisi di Governo, ma le divergenze tra Lega e M5s sembrano andare in quella direzione e per evitarla si punta a ridiscutere tutto con Francia e Commissione Europea. Intanto il tempo stringe e lo stallo riguarda anche i bandi, che i grillini vogliono bloccare e una decisione andrà presa lunedì prossimo, giorno in cui scadranno. Conte ha spiegato di essere al lavoro per fare degli approfondimenti, anche giuridici, sulle conseguenze di un possibile blocco o di un via libera dei bandi. Su questo si è confrontato con il direttore generale di Telt, Mario Virano, ricevuto nel pomeriggio a Palazzo Chigi. In serata, parlando all'assemblea dei gruppi parlamentari del M5s, il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio ha suggerito che i bandi di Telt vadano sospesi, e non soltanto rinviati, per consentire ulteriori valutazioni dell'opera. Mentre Matteo Salvini, ha detto che "nessun ministro della Lega firmerà per bloccare la TAV".
Redazione