GEOPOLITICA DEL CIBO, il convegno di Italia Viva. Teresa Bellanova: "Recuperare alla filiera agroalimentare le terre incolte e abbandonate"

GEOPOLITICA DEL CIBO, il convegno di Italia Viva. Teresa Bellanova:

"La pandemia e questi drammatici mesi di guerra consegnano al nostro Paese e all'Europa temi impossibili da eludere: garanzia degli approvvigionamenti alimentari, autonomia energetica, ruolo strategico delle catene logistiche e della filiera agroalimentare, qualità e sicurezza alimentare, diritto al cibo di qualità per tutti.

Sono temi cruciali, di cui molti si sono accorti solo nel momento delle emergenze, Ma questo significa consegnarsi ai problemi, invece di affrontarli per tempo e risolverli".

Così la copresidente di Italia Viva, Viceministra delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili Teresa Bellanova, intervenendo stamani all'evento "Geopolitica del cibo" promosso e organizzato da Italia Viva.

"In campo energetico", ha proseguito Bellanova, "oggi scontiamo in modo evidente la mancanza di una visione e una pianificazione. Bisogna evitare che lo stesso accada con la filiera agroalimentare. In fatto di cibo e nutrizione l'Italia è una eccellenza e un competitor globale, credo che debba esserlo anche nel trovare soluzioni lungimiranti alla crisi in atto. Significa ad esempio tutelare la superficie agricola nel nostro Paese, recuperare all'agricoltura e alla filiera agroalimentari terreni abbandonati, terre incolte, aree interne, comprendere la stretta interconnessione tra sviluppo del settore agroalimentare, efficacia delle catene logistiche, strategia idrica. Faccio una proposta ai Comuni e all'Anci: si proceda speditamente con l'anagrafe dei terreni, uno strumento essenziale in questo passaggio, propedeutico allo sviluppo di politiche e progetti. E' in questa direzione che vanno usate molte delle risorse a disposizione nei prossimi dieci anni per politiche di sistema che abbiano come obiettivo quello di rafforzare le eccellenze, promuovere lo sviluppo di nuove realtà agricole e agroalimentari, implementare nel settore primario il ruolo dell'innovazione e della ricerca, favorire la diffusione dell'agricoltura digitale che significa al contempo tutela di suolo, acqua, aria".

"Le ricadute sociali di questa guerra saranno drammatiche", ha detto ancora Bellanova, "A livello interno sulle famiglie e sui segmenti di popolazione più fragili, a cui va garantito il diritto al cibo di qualità, e a livello internazionale soprattutto nell'area mediterranea, dove si affacciano i principali Paesi importatori di grano da Russia e Ucraina. Dobbiamo prestare molta attenzione, perché la crisi economica devastante, insieme alla desertificazione di aree sempre più vaste, sarà causa di migrazioni ancora più estese di quanto abbiamo visto finora. Non si tratta solo di rivedere radicalmente il Regolamento di Dublino. Dobbiamo capire insieme all'Europa come fare per condividere di più e meglio con i Paesi africani progetti di sviluppo perché le persone possano scegliere di restare nella loro terra. E soprattutto dobbiamo uscire da un'ambiguità: la desertificazione e la siccità non sono meno terribili di una guerra. Chi scappa dalla carestia e dalla fame, dalla siccità e dalle terre aride ha lo stesso diritto di chi scappa da una guerra anche se non ha lo stesso colore della pelle".

Redazione


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