Didattica a distanza da oggi per circa 5.700.000 alunni di elementari, medie e licei. Ma tra pochi giorni potrebbero essere molti di più i ragazzi costretti alla seguire le lezioni da casa, se i governatori regionali disporranno la sospensione delle attività in presenza dove vi siano più di 250 contagi settimanali ogni 100mila abitanti. È la conseguenza di quanto disposto dal nuovo DPCM entrato in vigore il 6 marzo, che prevede scuole chiuse nelle zone rosse e possibilità per i governatori di chiuderle in quelle arancioni e gialle. In 17 Regioni su 20 potrebbero essere chiuse tutte le scuole. Le uniche Regioni con la scuola in presenza resterebbero Sicilia, Valle d'Aosta, e Sardegna, che essendo in zona bianca è l'unica regione che avrà tutti gli studenti in presenza. Mentre Veneto, Piemonte, Lazio e Friuli Venezia Giulia, potrebbero essere le prossime Regioni a chiudere completamente le scuole, a causa dell'elevato indice di contagi, già oggi superiore a 250 casi positivi per 100.000 abitanti. Preoccupa la situazione degli alunni che hanno disabilità, sono quasi 300mila gli alunni che frequentano scuole statali e paritarie. 200 mila vivono in zone con scuole chiuse dall'8 marzo. Ma nei prossimi giorni potrebbero diventare 265mila quelli coinvolti (88,3%), di cui 26 mila nella scuola dell'infanzia, 97 mila nella primaria, 66 mila nelle medie e 75 mila nelle superiori. Per loro il DPCM prevede una certa tutela, in quanto è consentito comunque l'accesso a scuola in presenza per assicurare il massimo di inclusione. L'ipotesi non è di facile attuazione, in quanto occorrerebbe anche la presenza dei compagni di classe e dei docenti per realizzare effettivamente l'inclusione. Molti operatori del settore hanno criticato questa separazione. Il rischio è che siano ancora una volta i più fragili a pagare in modo preoccupante gli effetti della pandemia, come successo nella primavera scorsa nei mesi di lockdown totale. Le regioni con il maggior numero di alunni con disabilità sono la Lombardia (53.645), seguita dalla Campania (32.261) e dal Lazio (29.624), quest'ultima con le scuole ancora aperte. Intanto il neo ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi pensa a tenere aperta la scuola anche in estate per recuperare il tempo perduto. Bianchi dice no al prolungamento dell'anno scolastico, ma sì alla scuola in estate. In effetti, nel disegno ministeriale, è previsto un ponte da giugno a settembre che consentirà agli studenti di tenere vivo il contatto con il mondo scuola. Saranno proposte agli insegnanti attività culturali, ricreative, ma anche lezioni all'aria aperta, per recuperare la socialità perduta in questi mesi di pandemia.
Redazione