FRATELLI D’ITALIA: Le nostre proposte per il piano vaccinale

FRATELLI D’ITALIA: Le nostre proposte per il piano vaccinale

Fratelli d'Italia ha presentato oggi in conferenza stampa le proposte per la gestione del piano vaccinale.

Fratelli d'Italia ha ravvisato un'incapacità del governo Conte 2 di programmare e anticipare le mosse dell'emergenza: "abbiamo rincorso il virus anziché anticiparlo".
E ha registrato che l''approvvigionamento dei vaccini nella contrattazione europea ha portato l'Italia - al contrario di altri Stati, come Israele, Inghilterra, Serbia etc. , a non poterli acquisire sul libero mercato.
Per superare quest'imbuto, Fratelli d'Italia propone, appellandosi al comma 5 dell'art. 2 del decreto legislativo n. 219 del 2006, di superare il normale protocollo autorizzativo per l'immissione in commercio dei farmaci (AIC) attraverso l'Ema o l'Aifa, e di mettere in commercio vaccini già validati dalla Comunità scientifica internazionale (vedi Sputnik russo) che sarebbero disponibile nell'immediatezza, in milioni di dosi da somministrare ai cittadini italiani.
Successivamente, una volta acquisiti i vaccini, si dovrà fare in modo di raggiungere nel più breve tempo possibile il maggior numero di italiani per arrivare al valore soglia del 70% per validare la cosiddetta immunità di gregge.
Per fare questo, seguendo le buone pratiche osservate dai paesi primi nella classifica mondiale delle vaccinazioni come Israele, Inghilterra etc., dovremmo allargare la platea dei soggetti vaccinatori aprendo alla possibilità di vaccinare tutti gli operatori sanitari, farmacisti infermieri ecc. sfruttando anche la rete della sanità militare e dei volontari sanitari della Croce Rossa. Le vaccinazioni così come avviene in Israele dovrebbero essere effettuate sfruttando strutture pubbliche esistenti quali palazzetti dello sport e tensostrutture. Inoltre, in Italia centrale potrebbe essere il ruolo della rete di quasi 20mila farmacie private convenzionate e pubbliche). Ogni struttura dovrebbe comunque essere lontana dai presidi ospedalieri che devono rimanere punti di elezione nella cura dei malati da coronavirus e delle altre patologie croniche. È noto, infatti, come gli ospedali in molti casi possano rappresentare centri di contagio da coronavirus.
Altro pilastro fondamentale sul quale basare la corretta e puntuale campagna vaccinale è la digitalizzazione dei processi, riassumibili nella formula "no carta, no penna": ogni processo deve essere digitalizzato e tracciato online. Riscontriamo purtroppo l'assenza del FSE (Fascicolo sanitario elettronico) che sarebbe potuto servire nell'acquisizione dei dati per la campagna vaccinale e che purtroppo ancora oggi, nonostante gli investimenti economici, non è attivo.
In deroga si potrebbe pensare a un'implementazione della rete CUP (centro unico prenotazioni) che è un'anagrafe sanitaria puntuale dei cittadini italiani.
In tema di digitalizzazione e tracciamento, segnaliamo il fallimento dell'App IMMUNI.
L'obiettivo che il governo dovrebbe darsi è quello di raggiungere il 60% della popolazione vaccinata prima dell'estate.

Redazione


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