ELEZIONI REGIONALI E REFERENDUM: Nessuna spallata del centrodestra, Conte può dormire tranquillo. Grillini in picchiata libera

ELEZIONI REGIONALI E REFERENDUM: Nessuna spallata del centrodestra, Conte può dormire tranquillo. Grillini in picchiata libera

La partita elettorale tanto attesa è finita con un pareggio. Le elezioni consegnano tre regioni alla sinistra e tre alla destra, più una, la Valle d'Aosta, in cui la Lega è risultato il primo partito. Al referendum vince il SI.

Tutti sfoggiano sorrisi di vittoria, pare che nessuno abbia perso, ma c'è da chiedersi se sia proprio così. Intanto c'è da dire che in merito all'affluenza alle urne, tutte le previsioni della vigilia sono state smentite, né la disaffezione alla politica, né la paura del Covid hanno allontanato gli italiani dai seggi. L'Election day spalmato su due giorni pare abbia funzionato. Zingaretti ride, questa volta ha motivo di farlo perché gli è andata bene, o meno peggio delle previsioni. Una collocazione in risalita quella del segretario, che con altri risultati avrebbe visto mettere in seria discussione la sua leadership.
Grazie lo deve dire soprattutto ai grillini, che in questo anno, pervasi dall'onda masochista, si sono fatti fagocitare dal Pd, all'interno di una mal assortita maggioranza di governo, in cui la sinistra ha ritrovato linfa vitale, si è rafforzata e oggi esulta, portando a casa la vittoria in Toscana, in Puglia e in Campania, senza l'aiutino del MoVimento5s. Zingaretti nasconde la ferita per la disfatta nelle Marche, ma in fondo è ben poca cosa rispetto ai pronostici che ipotizzavano una catastrofe che non è avvenuta e che tanto nervosismo aveva seminato tra le file del Pd. La destra compatta in questa tornata elettorale, non riesce a dare la spallata al governo., anche se con altre tre regioni conquistate arriva a governare 15 regioni su 20. Meloni è un tornado, sempre in crescita nei numeri, si accaparra le Marche dal rosso passato, ma non ce la fa in Puglia, dove Fitto rimane indietro di 8 punti rispetto ad Emiliano, nonostante i sondaggi dessero per vincente il candidato di Fratelli d'Italia. Vittoria schiacciante in Veneto con Zaia, il nuovo Doge che galvanizza gli elettori. Ampia vittoria di Toti anche in Liguria, l'unica regione in cui M5s e Pd hanno espresso un candidato comune, senza successo.

Tra i "non vinti" e i "non vincitori assoluti", i "veri perdenti" di questa tornata sono i grillini, coloro che in questo parlamento hanno una rappresentanza pari al 32%. Una caduta in picchiata, quella del M5s, con percentuali in tutte le regioni che registrano un'autentica disfatta. In compenso, Di Maio che non ha perso tempo per fare dichiarazioni trionfalistiche ai giornalisti alla Camera, con il mantello e la spada alzata, si è subito fregiato del risultato del referendum, intestandosi la vittoria del SI, si capisce, come ultima spiaggia per illudersi di fare ancora parte della partita. Il taglio del numero dei parlamentari passa con quasi il 70% delle preferenze, una vittoria su cui infila gli artigli anche il Partito democratico, dimenticandosi che alle prime tre votazioni aveva votato NO. Il governo esce rafforzato da questi risultati, Conte può dormire sogni tranquilli, almeno fino alla primavera 2021, ma la strada è tutta in salita. Bisognerà vedere se i grillini reggeranno il colpo, se il mal di pancia scatenato dai numeri imbarazzanti di queste elezioni, infiammerà gli animi e porterà altre spaccature all'interno del MoVimento.

Elisa Saltarelli


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